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I conti col futuro

21 Lug
 #BackToGarissa.
Ancora si trovano qua e là i bossoli dei proiettili, servi della mattanza. Sono a terra, nei corridoi, ormai innocui e vuoti. Giacciono su quegli stessi pavimenti che hanno conosciuto il sangue delle loro vittime e che, prima ancora che il senso della vita venisse ghermito, sbattuto, strapazzato, percosso, capovolto, hanno ascoltato le risa ed i sogni di giovani proiettati verso il loro stesso futuro, con il tipico entusiasmo dei vent’anni.
Dalla strage di Garissa (Kenya) sono trascorsi pochi mesi ed il contraccolpo non ha esitato a farsi sentire.
La follia dell’integralismo, la follia della guerra, la follia omicida, con i loro proiettili e con le bombe uccidono il futuro.
Lo annientano, sempre e comunque, qualsiasi sia la mano che impugna l’arma e l’ideologia che incoraggia la detonazione.
Nella giornata di ieri si è consumato a Suruc, in Turchia, un altro attentato all’avvenire. 30 giovani sono caduti, almeno in cento sono rimasti feriti. Erano giovani socialisti curdi e turchi, attivisti per la pace, riuniti per discutere delle sorti di questo pazzo mondo.
Ogni episodio simile avrà ripercussioni di lungo periodo ben più drammatiche di quelle cui assistiamo nell’immediato. E con le conseguenze di tutto questo odio, della pazzia che strappa alla terra la vita, dovremo fare i conti tutti quanti.

Nel cortile dell’Università di Garissa, dove nell’aprile scorso sono stati uccisi 123 dei 148 studenti per mano del gruppo terroristico Al-Shabaab, ancora oggi si trovano proiettili spenti. Con le loro vite sono state spezzate anche le speranze delle famiglie e delle comunità del nord-est del Kenya, che avevano riposto nella loro istruzione e formazione i semi di un futuro migliore. I servizi sociali e gran parte del personale sanitario hanno abbandonato la zona per paura di nuovi attentati, lasciando alla deriva numerose comunità. Questa una delle prime testimonianze di Tommy Simmons, fondatore di Amref Health Africa Italia, sui luoghi della strage a Garissa, dove i Flying Doctors hanno portato i primissimi soccorsi. Seguiranno aggiornamenti! #BackToGarissa

Posted by Amref Health Africa – Italia on Tuesday, 21 July 2015

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No Woman, No Drive: irony for freedom

29 Ott

The unforgettable rhythm of one of the most popular Marley’s songs  has been choosen for a satirical and viral video signed by the activist and comedian Hisham Fageeh, to support Saudi women in their challenge against the law that denies them the right to drive (Saudi Arabia is the only country in the world with such a prohibition).

The  recent call to action to demonstrate against the ban, taking the wheel,  produced serious tensions within the Muslim kingdom, to the extent that activists asked women not to drive.

However the news had already spread and many people expressed their solidarity to women subjected to this chauvinist and sexist restriction. Among them Alaa Wardi and Hisham Fageeh who opted for humor. In the end you know, irony will save the world.

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Contestatori di lusso

26 Lug

Ieri sera sull’autobus, di ritorno da Copacabana, dove papa Francesco ha incontrato i giovani giunti da tutto il mondo per la Giornata Mondiale della Gioventù, mi imbatto in un corteo di contestatori.

Vivendo in favela non posso fare a meno di notare che si tratta di manifestanti “di lusso”: tutti bianchi e dotati di Smart Phone.

Torno a ripetere che la lotta  di classe qui, a parer mio, non sanno neanche cosa sia ancora.
La storia insegna che spesso le rivoluzioni sono partite dalla cosiddetta “borghesia illuminata”, questo è vero. Ma il mondo contemporaneo ha delle caratteristiche diverse, per dirne una, è molto più legato all’apparire che all’essere.

A me questa pare una borghesia vuota più che illuminata. Soprattutto non so quanto sia in grado di rispecchiare il reale sentire della moltitudine di persone che dal mondo borghese, vi assicuro, è distante anni luce.

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Amor é assim

25 Lug

Isso. That’s it.
In poche parole ecco spiegato l’amore.
“É só alegria, tristeza não tem lugar”.

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La magia del circo è in un Porto

24 Lug

Un’atmosfera surreale alla Tim Burton e giovani apprendisti circensi dotati di talento e passione: questi gli ingredienti di “Porto”, uno spettacolo piacevole e magico, in grado di affascinare bambini ed adulti.

Scenografie essenziali ma efficaci riproducono i dettagli di un porto, luogo di viavai, di partenze e arrivi, di attese,  di lavoro, crocevia di vite e storie. Un porto immaginario “che non esiste in alcun luogo ma è in ogni luogo”.

Lo spettacolo, realizzato e prodotto dall’organizzazione “Circo CRESCER E VIVER”, che ha formato i giovani interpreti nella sua scuola, è diretto dall’italiano Boris Vecchio, artista genovese che con il tema del mare ha evidentemente una affinità elettiva, tanto che un sottofondo musicale come “Crueza de ma” non avrebbe affatto stonato.

Questa rappresentazione ed il lavoro della scuola di circo sono un esempio concreto del fermento culturale che caratterizza Rio in questo momento.  Con le sue attività il Circo CRESCER E VIVER intende avvicinare i giovani all’arte, al teatro, in particolare al circo ovviamente, per consentire loro di esprimersi, esercitare un talento, porsi un obiettivo e realizzare infine un prodotto di valore e apprezzato dal pubblico. Formazione all’estro, alla creatività, al bello, in una città (in un paese) che cresce non solo economicamente ma anche culturalmente e nel farlo si raffina.

Per chi come me si trovasse a Rio lo spettacolo sarà in replica fino al 28 luglio.